Il termine è nato alla fine degli anni cinquanta per indicare la retorica volutamente incomprensibile al grande pubblico che i politici italiani utilizzavano.
Un noto esempio è l'espressione "convergenze parallele" di Aldo Moro.
In teoria qualunque discorso può essere bollato di politichese se è confezionato apposta per non informare, non spiegare, per difendere il proprio operato da controlli, accertamenti, critiche, per affrontare qualunque argomento in qualunque contesto pubblico senza in realtà dire alcunché. Gli ingredienti variano da politico a politico: metafore, vaghezza, genericità, ambiguità, evasività, termini specialistici, astrazioni, luoghi comuni, stereotipi, allusioni, tautologie.
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