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sabato 30 ottobre 2010

troppe tasse

Busta paga: meno tasse sugli stipendi dei lavoratori dipendenti

In questi giorni si sta discutendo al governo sull'argomento delle tasse e della busta paga. Risulta infatti che le buste paga degli italiani sopportano l'onere di troppe tasse.
21 ottobre 2010
15:40
Busta paga: meno tasse sugli stipendi dei lavoratori dipendenti
In questi giorni si sta discutendo al Governo sul tema delle tasse e delle buste paga. Sono due i principali problemi relativi alla questione tasse in Italia: il primo è l’articolazione delle aliquote fiscali, che attualmente impoveriscono le buste paga italiane, mentre il secondo è il troppo pesante carico di tasse che gravano sempre sugli stipendi.
In dettaglio, le aliquote fiscali del 38% tra i 28mila e i 55mila euro, del 27% tra i 15mila e i 28mila euro, relativa alla maggior parte dei lavoratori e infine del 23% sino a 15mila euro, gravano in modo proporzionale sulle buste paga della gran parte dei lavoratori dipendenti in Italia.
Inoltre, risulta particolarmente eccessivo sugli stipendi anche il carico delle tasse (contributi previdenziali e assistenziali), che gravano dal 42 per cento, di cui il 10 per cento circa è sulle spalle dei lavoratori, mentre il 32 per cento a carico dei datori di lavoro.


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DITE LA VOSTRA

Le tasse divorano i salari. Le buste paga italiane tra le più basse dei Paesi Ocse

soldi con il rastrello
Dopo le contestazioni a Gianni Rinaldini, segretario della Fiom, da parte dei Cobas avvenute a Torino sabato scorso a conclusione di una manifestazione dei metalmeccanici degli stabilimenti Fiat, è la questione sociale che occupa il centro del dibattito politico. La preoccupazione è che gli effetti della crisi economica e la sofferenza degli strati sociali più deboli possano ricreare le condizioni di un aspro conflitto.
Che la situazione del potere d’acquisto dei salari debba allarmare viene confermato dai dati diffusi sulle retribuzioni dei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Con un salario annuo netto di 21.374 dollari, l’Italia si colloca al posto numero ventitre nella classifica dei trenta paesi appartenenti all’organizzazione che ha sede a Parigi.
Le buste paga sono più pesanti non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma perfino in Grecia e Spagna, afferma il Rapporto Ocse aggiornato al 2008 e appena dato alle stampe.
La classifica riguarda il salario netto annuale di un lavoratore senza carichi di famiglia calcolato in dollari e a parità di potere d’acquisto. Gli italiani guadagnano mediamente il 17% in meno della media Ocse. Secondo questi dati, a pesare negativamente sulle buste paga italiane è il cosiddetto cuneo fiscale, che calcola la differenza tra quanto paga il datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore.
Il peso di tasse e contributi, per un lavoratore dal salario medio e senza carichi di famiglia è del 46,5%. In questa classifica l’Italia risulta al sesto posto, dietro Ungheria, Belgio, Germania, Francia e Austria. Più leggero è il drenaggio di imposte e versamenti contributivi se si esamina il caso di un lavoratore, sempre con un salario medio ma sposato e con due figli a carico. In questo caso, il cuneo fiscale si riduce al 36% e l’Italia figura all’undicesimo posto della classifica Ocse.
La conclusione del Rapporto è che un lavoratore italiano guadagna mediamente in un anno il 44% in meno di un britannico, il 32% in meno di un irlandese, il 28% in meno di un tedesco e il 18% in meno di un francese.


Un’idea per uscire da questa situazione la propone il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervistato dalla Repubblica e dal Messaggero: occorre legare le retribuzioni agli utili delle aziende. “Noi pensiamo” afferma il ministro “che la partecipazione al rischio di impresa non possa avere solo un profilo negativo, come è stata finora. Si devono trovare forme di partecipazione che consentano ai lavoratori di riflettere nel proprio salario la parte positiva del rischio dell’impresa. E devono essere parti importanti del retribuzione”.
Per il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini “i dati non sorprendono e serve una riforma fiscale”. Sulla stessa linea d’onda l’associazione dei consumatori Codacons: “Sui salari degli italiani pesa il caro-vita e per questo è necessaria “una detassazione degli stipendi”.
Per il capogruppo Pd della commissione lavoro Cesare Damiano “i dati Ocse testimoniano che le retribuzioni nette dei lavoratori italiani sono ben al disotto della media dei 30 paesi più industrializzati. Questo dimostra quanto sarebbe necessario un intervento del governo, con risorse fresche e aggiuntive per potenziare il potere d’acquisto delle retribuzione e delle pensioni”.
Se Paolo Ferrero del Prc parla di “dati scioccanti”, Daniele Capezzone del Pdl rileva: “Il governo Berlusconi sta facendo i conti con una fase delicata a livello internazionale, e, ciononostante, non ha messo le mani nelle tasche degli italiani”.
www.dire.it/HOME/direfuturo_abruzzo.php?c=34545&m=3&l=it

IDEE FRESCHE E PROPOSTE HAI NOSTRI GOVERNANTI

BUSTE PAGHE : avere il lordo in busta protrebbe essere un vantaggio, specie in questo periodo economico difficile, ovviamente poter contare su quei trecento quattrocento euro in più in busta , non farebbero male.

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